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Monti Dauni Rocchetta Sant'Antonio

Sui Monti Dauni c’è anche chi i migranti li accoglie. Rocchetta abbraccia tre famiglie di rifugiati

Si tratta di tre nuclei familiari - uno iracheno, uno afgano e uno nigeriano - per un numero complessivo di 6 adulti e due bambini

Benvenuti a Rocchetta Sant’Antonio, il piccolo comune accoglie con un caloroso abbraccio primi rifugiati politici e richiedenti asilo, nell’ambito del progetto SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati attivato dall’Amministrazione Comunale e finanziato dal Ministero dell’Interno.

Si tratta di tre nuclei familiari – uno iracheno, uno afgano ed uno nigeriano – per complessive otto persone, (sei adulti e 2 minori, uno dei quali, lunedì 14 Novembre, ha cominciato la scuola materna). Per gli abitanti del caratteristico Borgo dei Monti Dauni si tratta di un’importante occasione d’incontro, di condivisione ed integrazione finalizzata a sperimentare un modello di concreta accoglienza oramai diffuso su tutto il territorio italiano, attraverso la legge n.189/2002, che fa leva sul coinvolgimento delle istituzioni centrali e locali.

Il sindaco Valentino Petruzzi nell'accogliere le due famiglie ha manifestato la piena disponibilità da parte dell'Amministrazione Comunale nella buona riuscita del progetto. “La speranza ora è che possano integrarsi nel miglior modo possibile nel nostro paese e poter rimanere qui anche nel prosieguo degli anni. Questo sarebbe un risultato importante per il nostro paese in quanto confermerebbe che Rocchetta Sant'Antonio è un paese accogliente. L’accoglienza di queste persone – ha aggiunto il sindaco Petruzzi - ci viene chiesta anche da Papa Francesco e quindi dalla Chiesa e, per questo invito tutti i cittadini, ad adoperarsi per far sì che queste persone possano integrarsi nel miglior modo possibile”.

Il progetto SPRAR ha una durata di circa due anni. La permanenza all’interno delle strutture di accoglienza è riservata alle persone aventi lo status giuridico di rifugiato, richiedente asilo, o in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, protezione sussidiaria o protezione temporanea. I beneficiari risiederanno in più unità abitative e saranno impegnati in una serie di corsi, lavori, attività di formazione, crescita, integrazione e scambio con la Comunità che li accoglierà.

L’assessore comunale alle Attività Produttive Raffaele Mangino precisa che non il ruolo di Rocchetta non sarà quello di centro di prima accoglienza: “Il nostro progetto, come tutti gli SPRAR, si occupa di accoglienza integrata, strutturale, non emergenziale, ma riceviamo le segnalazioni dal Ministero degli Interni e, a seconda della disponibilità di posti, accogliamo ospiti. Si è richiesto di accogliere fino ad un massimo di venti persone, uomini e donne adulti, autosufficienti e singoli, famiglie”.

“Il nostro obiettivo – evidenzia e conclude Mangino - è quello di accogliere i profughi e renderli, per quanto possibile, autonomi. In primis forniamo loro vitto e alloggio e assistenza sanitaria. Poi ci occupiamo della consulenza legale: li supportiamo nelle pratiche per l’ottenimento della protezione internazionale. Se l’esito è positivo, i ragazzi possono rimanere altri sei mesi all’interno della nostra struttura, in modo da avere il tempo di cercare un lavoro de un alloggio. C’è da dire però che non tutti rimangono in Italia. Alcuni, una volta ottenuti i documenti, decidono di trasferirsi in altri Paesi europei”.

Sul percorso di integrazione spiega Antonio Cocco, coordinatore del progetto: “Nelle prossime settimane, si terranno corsi di italiano e laboratori in cui gli ospiti Sprar impareranno alcuni mestieri.

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